Oggi più che mai, la stessa consegna: «No pasarán!». E, nel giorno in cui scrivo queste righe, non sono passati.
Edizione speciale rossa e nera per la ricorrenza degli Ottanta anni dall’inizio della Guerra di Spagna 1936/2016.
Pubblicato per la prima volta in Italia.
La vittoria della coalizione del Fronte Popolare alle elezioni del 16 febbraio 1936, in Spagna, suscita grandi speranze per una trasformazione democratica e federalista della società. Pochi mesi dopo però, tra il 18 e il 19 luglio, nelle caserme si scatena la rivolta dei militari guidati da Francisco Franco, attorno al quale si sono coalizzati i settori più conservatori e autoritari del vecchio apparato statale con l’obiettivo di rovesciare la Repubblica. In quel luglio drammatico il regista Armand Guerra è a Madrid, sta girando Carne de Fieras. Di fronte al levantamiento militare, in accordo con i dirigenti della Confederación Nacional del Trabajo, Guerra decide di terminare in fretta il film e di partire sulla linea del fronte per girarne un altro, che mostri e testimoni al mondo intero quella che passerà alla storia come la Guerra di Spagna. Il regista parte con la sua troupe e raggiunge le prime linee dei diversi teatri di battaglia. Accanto alle riprese cinematografiche, che non si tradurranno mai in un film, Guerra scrive anche un diario, pubblicato nel 1937 con il titolo Attraverso la mitraglia, che oggi appare come documento storico raro e prezioso, una fonte di prima mano sui fatti e sulla società spagnola dell’epoca. Il lettore, grazie a questo reportage in presa diretta, viene proiettato e rivive gli eventi che hanno scandito il conflitto più cruento nella storia sociale di Spagna, sfociato poi nella Seconda guerra mondiale.
Calendario della libertà
di Albert Camus
a cura di Alessandro Bresolin
Castelvecchi, 2013
Gli scritti raccolti in questa antologia, molti dei quali tradotti per la prima volta in italiano, testimoniano l’evoluzione del pensiero politico di Albert Camus, il suo impegno di intellettuale libero in una fase cruciale della Storia europea. Sono articoli, interventi pubblici, interviste e conferenze che abbracciano un ampio periodo della vita dello scrittore: dal 1939, nel pieno della sua formazione culturale e politica, fino al 1956, l’anno precedente il conferimento del premio Nobel per la letteratura. In un processo d’incessante dialogo tra realtà e coscienza, sfilano tutti i temi centrali della riflessione di Camus: la causa della Repubblica spagnola, la questione algerina, la critica all’imperialismo sovietico, il ruolo dell’intellettuale e l’idea di una «società dei popoli» sovranazionale che salvaguardi gli individui dalla violenza degli Stati. Prende così forma il ritratto di un uomo messo di fronte a delle scelte difficili, in un contesto dilaniato prima dalla guerra e poi dalla contrapposizione delle ideologie e degli imperialismi. Nel mai eluso confronto con il proprio tempo e nel coraggio delle prese di posizione, il Camus politico, inscindibile dal filosofo e dal narratore, mostra oggi la sua quanto mai necessaria attualità.
Il futuro della civiltà europea
di Albert Camus
traduzione e postfazione di Alessandro Bresolin
Castelvecchi, 2012
Il futuro della civiltà europea viene considerato un testo fondamentale, non solo per ciò che riguarda la comprensione dell’opera e del pensiero dello scrittore, ma anche perché, indicandoci qual è il tipo di Europa di cui abbiamo bisogno, fornisce utili strumenti di dibattito per l’attualità.
Il testo della conferenza di Atene mostra un Camus preoccupato e interessato al presente, quindi alla sopravvivenza della civiltà europea, prima ancora che al suo futuro. Lo scrittore, infatti, dopo due guerre mondiali, constata innanzitutto “la strana sconfitta morale di questa civiltà”. Bisogna partire da dove viene questa sconfitta, prima di guardare oltre.
Secondo Camus, convinto che l’Europa dovesse unirsi in un forte modello federale, quella “europea è innanzitutto una civiltà pluralista. Voglio dire che essa è il luogo della diversità degli ideali, degli opposti, dei valori contrastati e della dialettica senza sintesi. La dialettica vivente in Europa è quella che non porta a una sorta di ideologia al contempo totalitaria e ortodossa. Questo pluralismo, che è sempre stato il fondamento della nozione di libertà europea, mi sembra il contributo più importante della nostra civiltà”.
La difesa di questo pluralismo sta alla base di una vera rinascita europea. Un riferimento dalla chiara influenza del filosofo spagnolo José Ortega y Gasset. Infatti nei suoi Carnets Albert Camus, il 27 novembre 1954, scrive di aver letto la principale opera di Ortega y Gasset, La ribellione delle masse, con questa osservazione: “La libertà e il pluralismo sono le due dominanti della storia europea”.
Camus afferma dunque l’esigenza di un’unità europea rispettosa delle diversità, di uno sviluppo tecnico e scientifico che non deve atrofizzare lo sviluppo umano e morale.
Il 28 aprile 1955, ad Atene, Albert Camus partecipò a una conferenza organizzata dall’Union culturelle gréco-francaise che aveva per tema: L’avenir de la civilisation européènne. L’incontro, presieduto dal professor Catacouzinos, venne registrato e pubblicato integralmente nel 1956 dalla Biblioteca dell’Istituto Francese di Atene. Di questa pubblicazione si persero ben presto le tracce, fino a cadere nell’oblio. Dimenticati per decenni in uno scatolone all’ambasciata di Francia ad Atene, alcuni esemplari vennero recapitati a Catherine Camus, che decise di far inserire il testo nella nuova edizione della Bibliothèque de la Pléiade del 2008.
Nella Pléiade però è stato pubblicato solo il testo completo di Camus, ma non tutte le domande, che sono state riassunte rendendo a tratti difficoltosa l’analisi del pensiero.
In questa edizione italiana, in esclusiva, il testo è completo.
«Sotto ogni regime, lo scrittore degno di questo nome deve sentire di appartenere alla società e non allo Stato e deve comportarsi di conseguenza».
Antologia di testi rari di Ignazio Silone (1900-1978), militante e dirigente del Partito comunista fino alla rottura nel 1930-1931, dallo stesso periodo esule in Svizzera, dove pubblica i suoi primi romanzi:Fontamara e Vino e pane; rientra in Italia nel 1944; nel dopoguerra prosegue senza interruzioni la sua intensa attività di romanziere, saggista, pubblicista.
Uno sguardo critico sulla cultura e sulla politica
La rivolta libertaria
di Albert Camus
a cura di Alessandro Bresolin
prefazione di Goffredo Fofi
Eleuthera, 1998
[fuori commercio]
Pur essendo Camus uno dei più significativi scrittori di questo secolo, la sua saggistica di carattere politico è poco nota, forse perché i tempi non erano idonei ad accettare le sue prese di posizione di sinistra libertaria.
Questa opera è la prima pubblicata in Italia a mettere in evidenza l'aspetto libertario del pensiero di Camus.
Qui, oltre alle sue opinioni federaliste e controcorrente sull'Algeria e alla sua aperta simpatia per l'anima anarchica della rivoluzione spagnola, ritroviamo soprattutto la sua originale ricerca di sintesi tra rivolta e libertà e il suo rifiuto del realismo politico in nome dell'"uomo in rivolta", sempre e ovunque.